VHF  Antenna X-Beam 144-146 MHz

________________________________________________________

 

Per le ridotte dimensioni e per l'esiguo costo per la loro costruzione, le antenne V/UHF sono oggetto di esaltanti sperimentazioni da parte dei radioamatori più impegnati nel campo della ricerca.

Quella che presento con il mio progetto è una direttiva composta da due elementi: un radiatore e un direttore opportunamente piegati e senza boom.

Un'antenna poco conosciuta ma che sa farsi valere a pari merito di una Yagi.

 

 

È la versione, in formato ridotto, della famosa X Beam impiegata, specialmente, sulle gamme HF radioamatoriali.

La lunghezza degli elementi risulta leggermente più grande dei valori teorici standard in quanto la parziale piegatura degli stessi comporta uno spostamento della frequenza di risonanza; nello stesso tempo la piegatura funge da adattatore di impedenza giacché essa serve a mantenere elevata la corrente nei punti di massima spaziatura, portando l'impedenza di alimentazione al valore di 50 Q ai terminali di alimentazione e riducendo pertanto al minimo i problemi di costruzione e taratura.

Nella figura appare la vista d'assieme della piastra portante: una lamina di plexiglas o altro materiale isolante avente le dimensioni di 10x8x0,5 cm sulla quale vengono fissati due spinotti serrafilo del tipo "mammut". Al centro della piastra viene avvitato un connettore da pannello del tipo SO-239. Inoltre si praticano i fori per fissare, successivamente, le due staffe a «L» che serviranno a sostenere l'antenna e a consentirne l'uso sia in polarizzazione orizzontale che verticale.

Nelle figure appaiono i disegni delle due staffe in alluminio. Notare i fori sulla parte più lunga delle staffe: essi permettono di agguantare il palo di sostegno in due diversi modi.

 

 

Nella figura si osserva il disegno d'assieme dell'antenna vista dall'alto. È ovvio che per motivi grafici le proporzioni non sono state rispettate.

I quattro radiali sono formati da tondino di ottone da 3 mm di diametro.

Nel primo tratto i tondini sono piegati ad 1 cm e disposti a formare un angolo di 90°.

Le estremità dei 4 bracci sono piegate a formare un angolo di 45°. Notare che i ripieghi dei bracci del radiatore sono leggermente più lunghi di quelli del direttore: fare riferimento alle misure della figura.

I radiali del radiatore sono connessi all'SO-239; dall'altra parte, quelli del direttore, sono uniti assieme con un ponticello costituito da un corto spezzone di tondino di ottone da 3 mm.

Una volta assemblata l'antenna ed effettuate le prove per la misura del ROS, che dovrebbe essere attorno a 1:1 o 1:2 su tutta la gamma 144-146 MHz, si può sigillarla con della vetroresina del tipo impiegato nella nautica.

Le prove sul campo, come si suole dire, sono state effettuate con l'aiuto di un amico, Salvatore, che fungeva da rotore...

Come sostegno di fortuna ho usato un pezzo di canna. L'RTX era un 290 R con soli 2,5W

Durante le prove all'aperto il tempo atmosferico non era affidabile e quindi non c'è stato modo di organizzare meglio la piccola spedizione in collina a Nocera Inferiore (SA).

Nonostante la precarietà delle operazioni i rapporti dati e ricevuti nei pochi QSO effettuati sono stati soddisfacenti: 59 per un radioamatore della zona di Messina!

Qualcuno potrebbe obiettare che il merito di questi collegamenti è da addebitare alla buonissima propagazione. Ma con soli 2,5 W non credete che l'antenna abbia fatto egregiamente il suo dovere? Lascio le ulteriori conclusioni a chi la realizzerà.

Penso che la costruzione di questa antenna non sia difficile: essa vi porterà via solo qualche ora di lavoro.

 

(questo mio articolo è stato pubblicato su CQ Elettronica nel mese si Gennaio 1999)

 

 

________________________________________________________

 

http://www.ari-scandiano.org/portal/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=45&Itemid=109

________________________________________________________________________________________________________________